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Diffondere la cultura visiva: l´arte contemporanea tra riviste, archivi e illustrazioni.

Se dunque si può parlare di un vero e proprio "fenomeno Pica" con riferimento alla sua attività di critico letterario, meriterebbe un ulteriore approfondimento la sua monumentale produzione di critica d´arte, a partire da una riconsiderazione dei primi contributi specifici di M.M. Lamberti, "Vittorio Pica e l´Impressionismo in Italia", in «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia», III, V, 1975, 3, pp. 1149-1201 e "Ambivalenze della divulgazione dell´arte giapponese in Italia: Vittorio Pica", in «Bollettino d´arte», s. VI, 72, 1987, 46, pp. 69-78; A. Cambedda, "L´informazione sull´arte straniera in Italia nella critica di Vittorio Pica", in "Roma 1911", a cura di G. Piantoni, Roma, De Luca editori d´arte, 1980, pp. 89-96; G. Donzello, "Arte e collezionismo. Fradeletto e Pica segretari alle Biennali veneziane 1895-1926", Firenze, Firenze Libri, 1987; P. Zatti, "Le prime Biennali veneziane (1895-1912): il contributo di Vittorio Pica", in «Venezia Arti», 7, 1993, pp. 111-116; "Un´affettuosa stretta di mano. L´epistolario di Alberto Martini a Vittorio Pica", a cura di M- Lorandi, Monza, Viennepierre, 1994; "Il manifesto. Arte e comunicazione nelle origini della pubblicità: Vittorio Pica", a cura di M. Picone Petrusa, Napoli, Liguori, 1994; fino ai piú recenti interventi di B. Musetti, "Emporium, un pont éditorial lancé par Vittorio Pica entre la France et l´Italie", in "Les revues d´art. Formes, stratégies et réseaux au XXe siècle", sous la direction de R. Froissart Pezone et Y. Chevrefils Desbiolles, avec la collaboration de R. Mathieu, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2011, pp. 39-51 e di E. Manente, "Vittorio Pica. La successione ad Antonio Fradeletto attraverso la Biennale del 1914", in Accademia & Biennale. Passato, presente, futuro («Annuario Accademia di Belle Arti di Venezia»), Padova, Il Poligrafo, 2011, pp. 41-58.

Tra i contributi di Davide Lacagnina dedicati alla figura di Pica, vanno ricordati: "Votre oeuvre si originale et si puissante". Vittorio Pica scrive a Joaquìn Sorolla, in «Materia», 5, 2005 (2007), pp. 69-89; "Vittorio Pica, Art Critic and Amateur d´estampes", in "Symbolism. Its Origins and Its Consequences", edited by R. Neginsky, Cambridge Scholars Publishing, 2010, pp. 455-480; "Avanguardia, identità nazionale e tradizione del moderno: Zuloaga e la critica italiana (a partire da due articoli di Vittorio Pica)", in "Emporium: parole e figure" cit., pp. 403-433; "Le penombre di un giardino spagnolo. Vittorio Pica e la fortuna di Santiago Rusiñol in Italia fra pittura e letteratura", in «Storia dell´Arte», 130, 2011 (2012), pp. 94-109; "Arte  moderna  italiana:  collezionismo  e  storiografia  fra  le  pagine  di  Emporium", in "Emporium: parole e figure tra il 1895 e il 1964", a cura di G. Bacci, M. Ferretti e M. Fileti Mazza, Pisa, Edizioni della Normale, 2014, pp. 455-480.´

Per quanto riguarda invece le riviste del secondo dopoguerra italiano sono, nonostante la loro importanza, attualmente poco studiate e documentate. Specialmente nel settore della critica militante, le riviste esoeditoriali sono fra la più citate dalle bibliografie storiografiche, a fronte di una pressochè totale mancanza di diffusione e riproduzione. Le antologie più accurate o gli studi di maggior rigore filologico, infatti, si sono limitati a trascrivere o riportare semplicemente in nota la documentazione proveniente da queste rare riviste. Spesso, anzi, tali trascrizioni o citazioni avvengono in qualità di fonte secondaria, se non di terzo grado, disperdendo completamente parti dei documenti originali, il loro corredo illustrativo e la loro originaria veste grafica che, nel caso delle neo-avanguardie, svolge un ruolo fondamentale nel sostenere le poetiche ed i manifesti di ciascuna tendenza artistica. L'assenza dell'originale, dunque, e di qualsiasi ristampa anastatica - l'unico caso noto é quello della rivista milanese «Azimuth» (ristampata in: ”Azimut & Azimuth“, a cura di M. Meneguzzo, Milano, Mondadori, 1989) - costituisce una lacuna irrimediabile per gli studi che, da un sempre maggior numero di enti ed istituti di ricerca internazionale, vengono avviati su questa fase della storia dell'arte italiana. Fase che ha saputo riscuotere e risvegliare un interesse decisamente internazionale, come attesta il prestigio raggiunto da artisti come Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Manzoni, o vicende del calibro dell´Arte Povera o della Transavanguardia.

La letteratura sulle riviste militanti, allo stato attuale, risente di due indirizzi eccessivamente parziali: 1) studio di singoli esempi; 2) all´opposto, repertori catalografici esaustivi, ma limitati ai soli dati bibliografici essenziali.

Nel primo settore si registrano stimolanti e brillanti studi concentrati su una casistica monografica. Nelle uniche due importanti antologie italiane sulla rivista d´arte fra Ottocento e Novecento sono apparsi pochi e precisi contributi sui singoli casi del dopoguerra: «Il Verri», studiato da Giuseppina dal Canton e pubblicato su ”Percorsi di critica: un archivio per le riviste d'arte in Italia dell'Ottocento e del Novecento“ (a cura di R. Cioffi e A. Rovetta, Milano, Vita & Pensiero, 2007. p. 489-99), e tre riviste degli anni Sessanta e Settanta, studiate da Gaia Salvatori, Maria Teresa Roberto e Gianni Contessi e presentati in ”Riviste d'arte fra Ottocento ed età contemporanea: forme, modelli, funzioni“ (a cura di G. C. Sciolla, Milano, Skira, 2003, pp. 283-310). A queste incursioni monografiche si aggiungono due altri contributi recentemente pubblicati on-line, di Marina Giordano (http://www.unipa.it/tecla/rivista/2_rivista.php) e di Giuliano Sergio (http://www.palinsesti.net/index.php/Palinsesti/article/view/21/26 ).

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Ognuno di questi studi corrobora e conferma la necessità di analizzare tali riviste visionandone gli originali, senza separare gli aspetti di critica, le opere riprodotte e la grafica impiegata.

Nel secondo ambito, invece, spiccano tre iniziative di differente natura che hanno costituito il repertorio di partenza per individuare il corpus di riviste oggetto di questo settore del Progetto: sugli anni Quaranta e Cinquanta, lo studio lessicale di Flavio Fergonzi (”Lessicalità visiva dell'Italiano: la critica d'arte contemporanea 1945-1960“, Firenze - Pisa, Accademia della Crusca - Scuola Normale Superiore, 1996, 2 voll.); sui due successivi decenni, la ricognizione di Giorgio Maffei (”Riviste d'arte d'avanguardia: esoeditoria negli anni Sessanta e Settanta in Italia“, Milano, Bonnard, 2005); mentre per un più generale e capillare archivio, il progetto PRIN della Seconda Università degli Studi di Napoli per costituire un archivio di riviste fra i due secoli, Ottocento e Novecento.

Passando alla Poesia Visiva, imprescindibile punto di partenza é L. Pignotti - S. Stefanelli, ”Scrittura verbovisiva e sinestetica“, Udine, Campanotto Editore, 2011 (che aggiorna l´edizione del 1980), mentre intorno a «Lotta Poetica» sono da ricordare: M. Corgnati, ”Il caso «Lotta Poetica»“, in ”Poesia totale. 1897-1997: Dal Colpo di Dadi alla Poesia Visuale“, catalogo della mostra (Mantova, 1998), a cura di A. Mascelloni e Sarenco, Colognola ai Colli, Adriano Parise, 1998, pp. 107-111); ”Omaggio a Lotta Poetica. 74 artisti e una rivista“, catalogo della mostra (Brescia, Fondazione Berardelli, 2009), a cura di M. Gazzotti, N. Zanoletti, Colognola ai Colli, Adriano Parise, 2009. Per un panorama generale cfr. ”La parola nell´arte. Ricerche d´avanguardia nel ´900. Dal futurismo a oggi attraverso le collezioni del Mart“, catalogo della mostra (Rovereto, Mart, 2008), a cura di G. Belli, Ginevra - Milano, 2007.

 

 

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