Numero: 25
Mese: 2
Anno: 1977
Numero articoli schedati: 31
Archivio: Mart, Archivio del ´900, fondo ANS
- fascicolo successivo »
Elenco articoli nel fascicolo ordinati alfabeticamente
Ambiente Zaza
Ar&a della Editoria Alternativa
Art & Language
Art Diary 1977, Giancarlo Politi editore
Backwords
Beaubourg, il Museo Rinascente
Bologna, il museo cooperativa / Paolo Scheggi - Gina Pane
Carmengloria Morales
Chi va al lavatoio
Christina Kubisch e Fabrizio Plessi
Cooperativa Club 23
Dissenso e consenso
Errata corrige
Fiere d´Arte
Filippo Avalle e Giovanni Bottiroli
Gruppo Cooperarte
Helmut Schober
Il realismo e le sue illusioni
Irma Blank
L´Età della foto a Zurigo
La compagnia del Carrozzone
la frutta di Merz
La sparizione della storia
L´arte nello spogliatoio
Obliquità della pittura
Pollofiat futurista
Simona Weller detta Cesare Vivaldi?
Torino
Un pezzo fatto nel cielo
Zvi Goldstein
Illustrazioni nella copertina del fascicolo
Altre pagine nel fascicolo
Autori:
Avalle Filippo (Avalle)
Bottiroli Giovanni (Bottiroli)
Pagine dell´articolo: 62-65
Pagine articolo (4)
Immagini per questo articolo
Illustrazioni nelle pagine dell´articolo
Autore: Trini Tommaso (T.T.)
Pagine dell´articolo: 66-67
Pagine articolo (2)
Immagini per questo articolo
Illustrazioni nelle pagine dell´articolo
Autore: n.d
Pagine dell´articolo: 68-69
Pagine articolo (2)
Immagini per questo articolo
Illustrazioni nelle pagine dell´articolo
Autore: n.d
Pagine dell´articolo: 70-71
Pagine articolo (2)
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Illustrazioni nelle pagine dell´articolo
Autore: n.d
Pagine dell´articolo: 72-73
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DATA
Annata: VIINumero: 25
Mese: 2
Anno: 1977
Numero articoli schedati: 31
Archivio: Mart, Archivio del ´900, fondo ANS
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Elenco articoli nel fascicolo ordinati alfabeticamente
Ambiente Zaza
Ar&a della Editoria Alternativa
Art & Language
Art Diary 1977, Giancarlo Politi editore
Backwords
Beaubourg, il Museo Rinascente
Bologna, il museo cooperativa / Paolo Scheggi - Gina Pane
Carmengloria Morales
Chi va al lavatoio
Christina Kubisch e Fabrizio Plessi
Cooperativa Club 23
Dissenso e consenso
Errata corrige
Fiere d´Arte
Filippo Avalle e Giovanni Bottiroli
Gruppo Cooperarte
Helmut Schober
Il realismo e le sue illusioni
Irma Blank
L´Età della foto a Zurigo
La compagnia del Carrozzone
la frutta di Merz
La sparizione della storia
L´arte nello spogliatoio
Obliquità della pittura
Pollofiat futurista
Simona Weller detta Cesare Vivaldi?
Torino
Un pezzo fatto nel cielo
Zvi Goldstein
Illustrazioni nella copertina del fascicolo
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Altre pagine nel fascicolo
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Articoli nel fascicolo
Filippo Avalle e Giovanni Bottiroli
Avalle Filippo (Avalle)
Bottiroli Giovanni (Bottiroli)
Pagine dell´articolo: 62-65
Pagine articolo (4)
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Illustrazioni nelle pagine dell´articolo
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- La Libertà che guida il popolo
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La Libertà che guida il popolo
Autore: Delacroix Eugène
Didascalia: Eugene Delacroix, La Libertà guida il popolo, 1830, Museo del Louvre, Parigi. La famosa opera di Delacroix che esalta e commemora la rivoluzione di luglio, ritenuto il primo quadro politico nella storia della pittura moderna, secondo la lettura di Avalle e Bottiroli resta un´opera indiscutibilmente idealista. Avalle e Bottiroli ritengono che esistano per l´arte due possibili modelli di lettura: uno idealista e uno materialista, quest´ultimo reso possibile solo recentemente a partire dall´incrocio marxismo-psicanalisi-semiotica.
Collocazione: Parigi
Anno opera: 1830
Tipologia immagine: pittura
- Eugène Delacroix: Due opere, Due tipi di pratica
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Eugène Delacroix: Due opere, Due tipi di pratica
Autore: Avalle Filippo
Autore: Bottiroli Giovanni
Didascalia: Avalle e Bottiroli, Eugene Delacroix: Due opere, Due tipi di pratica (particolare). Nella loro analisi Avalle e Bottiroli prendono in esame successivamente due diverse opere di Delacroix e dimostrano come sia possibile per un artista produrre sia opere materialiste che opere idealiste. L´arte materialista, se non è censurata da un modello ideali- sta di lettura, produce un efletto schizo (cioè liberante), mentre quella idealista produce un effetto paranoico (cioè repressivo). La prima sarà inoltre complessa, la seconda sempre relativamente semplice.
Tipologia immagine: grafica
- Eugène Delacroix: Due opere, Due tipi di pratica
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Eugène Delacroix: Due opere, Due tipi di pratica
Autore: Avalle Filippo
Autore: Bottiroli Giovanni
Didascalia: Avalle e Bottiroli, Eugene Delacroix: due opere, due tipi di pratica (particolare). Ciò che stabilisce l´appartenenza di un´opera al campo idealista è il suo ossequio sostanziale alla distribuzione univoca. L`analisi iconografica di Avalle e Boltiroli dimostra come << La Libertà >> di Delacroix le obbedisca e sia inoltre rispettosa dell´ordine iconico come l´arte idealista. che la borghesia considera come propria.
Tipologia immagine: grafica
Helmut Schober
Pagine dell´articolo: 66-67
Pagine articolo (2)
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Illustrazioni nelle pagine dell´articolo
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- The Division Piece
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The Division Piece
Autore: Schober Helmut
Didascalia: Helmut Schober, << The Division Piece >> 1976, foto+ritocco, progetto per un film. La divisione cui qui si allude è quella tra la componente fisica e la componente mentale nel processo di dematerializzazione in atto nel corpo. Con un movimento lento e circolare del braccio collegato a una lama di acciaio cromato, l´artista circonda il proprio spazio somatico fino a che il suo corpo si de-materializza sotto la luce
Anno opera: 1976
Tipologia immagine: tecnica mista
- Progetto: equilibrio
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Progetto: equilibrio
Autore: Schober Helmut
Didascalia: Helmut Schober, Progetto: equilibrio, 1976, foto cm. 30 x 40. L´artista ha progettato e costruito una serie di strumenti che costringono il corpo, o parte di esso, in posizioni predeterminate. In questo lavoro un giavellotto fissato orizzontalmente sulle caviglie immobilizza le gambe dell´artista che appare nudo, di spalle contro una parete.
Anno opera: 1976
Tipologia immagine: performance
- Progetto: dimensione II
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Progetto: dimensione II
Autore: Schober Helmut
Didascalia: Helmut Schober, Progetto: dimensione II, 1975. L´artista in ginocchio, con le mani appoggiate a terra, il corpo costretto tra due pareti di vetro, fa roteare una piccola sfera di metallo agganciata mediante un filo alla bocca fino a mandare il vetro in frantumi.
Anno opera: 1975
Tipologia immagine: performance
Zvi Goldstein
Pagine dell´articolo: 68-69
Pagine articolo (2)
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Illustrazioni nelle pagine dell´articolo
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- Dear Fox
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Dear Fox
Autore: Goldstein Zvi
Didascalia: A destra in alto: Dear Fox, 1976, manifesto cm. 150 x 120, bianco e blu. Sotto: Esiste una politica di emarginazione verso la cultura militante?, 1976, manifesto cm. 220 x 120, bianco e rosso. Sopra e a sinistra gli stessi manifesti affissi. Dopo aver impostato dal ´70 al ”72 il suo lavoro intorno ai problemi della conoscenza, Zvi Goldstein nel 1973 comincia ad interessarsi di problemi di ordine politico-economico con particolare riferimento all´attuale crisi e cerca di dare una interpretazione materialista alla funzione dell´arte in opposizione alle ricerche linguistiche e concettuali. Se l´attuale crisi deriva dall´incapacità degli strumenti linguistici ad esprimere determinati contenuti, con la scoperta di una nuova identità (sociale) dell´arte, la strada è aperta, secondo Goldstein, ad un reale rinnovamento linguistico, non solo possibile ma necessario. Invece di analizzare il linguaggio (vedi arte concettuale) Goldstein si serve del linguaggio caricandolo di contenuti specifici del dissenso ma sempre all´interno del contesto artistico. Il linguaggio usato è quello giornalistico, il più neutrale possibile nei confronti del messaggio, per cercare di evitare possibili strumentalizzazioni ideologiche da parte delle istituzioni. La pratica del lavoro sono i manifesti. L´aspetto teorico parallelo alla stesura dei manifesti è in genere strutturato da Goldstein in forma di interviste di sua stesura. Anche la forma dell´intervista è intesa a rendere in modo più possibile chiaro i contenuti.
Anno opera: 1976
Tipologia immagine: grafica
- Esiste una politica di emarginazione verso la cultura militante?
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Esiste una politica di emarginazione verso la cultura militante?
Autore: Goldstein Zvi
Didascalia: A destra in alto: Dear Fox, 1976, manifesto cm. 150 x 120, bianco e blu. Sotto: Esiste una politica di emarginazione verso la cultura militante?, 1976, manifesto cm. 220 x 120, bianco e rosso. Sopra e a sinistra gli stessi manifesti affissi. Dopo aver impostato dal ´70 al ´72 il suo lavoro intorno ai problemi della conoscenza, Zvi Goldstein nel 1973 comincia ad interessarsi di problemi di ordine politico-economico con particolare riferimento all´attuale crisi e cerca di dare una interpretazione materialista alla funzione dell´arte in opposizione alle ricerche linguistiche e concettuali. Se l´attuale crisi deriva dall´incapacità degli strumenti linguistici ad esprimere determinati contenuti, con la scoperta di una nuova identità (sociale) dell´arte, la strada è aperta, secondo Goldstein, ad un reale rinnovamento linguistico, non solo possibile ma necessario. Invece di analizzare il linguaggio (vedi arte concettuale) Goldstein si serve del linguaggio caricandolo di contenuti specifici del dissenso ma sempre all´interno del contesto artistico. Il linguaggio usato è quello giornalistico, il più neutrale possibile nei confronti del messaggio, per cercare di evitare possibili strumentalizzazioni ideologiche da parte delle istituzioni. La pratica del lavoro sono i manifesti. L´aspetto teorico parallelo alla stesura dei manifesti è in genere strutturato da Goldstein in forma di interviste di sua stesura. Anche la forma dell´intervista è intesa a rendere in modo più possibile chiaro i contenuti.
Anno opera: 1976
Tipologia immagine: grafica
Irma Blank
Pagine dell´articolo: 70-71
Pagine articolo (2)
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Illustrazioni nelle pagine dell´articolo
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- Fliessendes Poem
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Fliessendes Poem
Autore: Blank Irma
Fotografo: Sinigaglia Gian
Didascalia: In alto: Irma Blank, Fliessendes Poem (particolare), 1975, china su carta, cm. 30 x 19. In basso: Grosses Poem, 1975, china su carta, cm. 170 x 400. A lato: Nachlass I (particolare), gouache su carta, cm. 208 x 123. Courtesy Galleria Art in Progress, München. Irma Blank scrive da anni pagine e pagine di segni che imitano la scrittura e sembrano parole illeggibili. La sua è una contestazione nei confronti della parola e della sua insufficienza come mezzo di comunicazione. Per questo cerca di stabilire un rapporto di partecipazione che proprio attraverso la non-leggibilità ci coinvolga in modo totale non solo intellettualmente ma anche a livello emotivo. Foto Gian Sinigaglia.
Anno opera: 1975
Tipologia immagine: grafica
- Grosses Poem
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Grosses Poem
Autore: Blank Irma
Didascalia: In alto: Irma Blank, Fliessendes Poem (particolare), 1975, china su carta, cm. 30 x 19. In basso: Grosses Poem, 1975, china su carta, cm. 170 x 400. A lato: Nachlass I (particolare), gouache su carta, cm. 208 x 123. Courtesy Galleria Art in Progress, München. Irma Blank scrive da anni pagine e pagine di segni che imitano la scrittura e sembrano parole illeggibili. La sua è una contestazione nei confronti della parola e della sua insufficienza come mezzo di comunicazione. Per questo cerca di stabilire un rapporto di partecipazione che proprio attraverso la non-leggibilità ci coinvolga in modo totale non solo intellettualmente ma anche a livello emotivo.
Anno opera: 1975
Tipologia immagine: grafica
- Nachlass I
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Nachlass I
Autore: Blank Irma
Fotografo: Sinigaglia Gian
Didascalia: In alto: Irma Blank, Fliessendes Poem (particolare), 1975, china su carta, cm. 30 x 19. In basso: Grosses Poem, 1975, china su carta, cm. 170 x 400. A lato: Nachlass I (particolare), gouache su carta, cm. 208 x 123. Courtesy Galleria Art in Progress, München. Irma Blank scrive da anni pagine e pagine di segni che imitano la scrittura e sembrano parole illeggibili. La sua è una contestazione nei confronti della parola e della sua insufficienza come mezzo di comunicazione. Per questo cerca di stabilire un rapporto di partecipazione che proprio attraverso la non-leggibilità ci coinvolga in modo totale non solo intellettualmente ma anche a livello emotivo. Foto di Gian Sinigaglia.
Tipologia immagine: grafica
Christina Kubisch e Fabrizio Plessi
Pagine dell´articolo: 72-73
Pagine articolo (2)
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Illustrazioni nelle pagine dell´articolo
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- Two & Two
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Two & Two
Autore: Kubisch Christina
Autore: Plessi Fabrizio
Fotografo: Cattaneo Enrico
Didascalia: Two & Two, video/concert/performance, 1976, Studio Marconi, Milano. Two & Two implica uno spazio musicale integrato da videotapes che modificano la percezione visiva dell´evento. Due telecamere, collegate ad un muro di monitors, che serve come diaframma tra esecutori e pubblico, registrano contemporaneamente diversi processi visivi e sonori. Trasmettendo “life” queste immagini e rinunciando alla consueta passiva registrazione degli eventi, il video diventa parte attiva dell´evento. Il pubblico percepisce non l´evento completo nella sua integrità, ma solamente una serie di dettagli che i diversi monitors alternativamente trasmettono. L´azione visiva, pur corrispondendo a quella sonora, può essere percepita solo accumulando, come frammenti di un puzzle, l´insieme delle immagini sonore trasmesse dai monitors. Queste vengono integrate in maniera tale che lo strumento singolo, perdendo le sue caratteristiche originali, non è più riconoscibile, anche se visivamente continua ad esserlo. I suoni vengono frantumati, amalgamati, alterati. creando uno spessore apparentemente senza sviluppo progressivo, che però diventa elemento autonomo trainante. Una voce, un flauto in sol, un vibratore elettrico, un getto d´acqua o un metronomo elettronico, pur mantenendo la loro fisicità sui monitors, perdono durante i diversi pro- cessi la loro sonorità primaria per divenire parti di un unico processo acustico/visivo. Foto Enrico Cattaneo.
Anno opera: 1976
Tipologia immagine: performance
- Two & Two
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Two & Two
Autore: Kubisch Christina
Autore: Plessi Fabrizio
Fotografo: Bruzzo Roberto
Didascalia: Two & Two, I parte, Terra, per voce flauto in sol, violoncello amplificato, vibratore elettrico. Plessi suona con un vibratore acceso le corde di un violoncello. Kubisch suona un flauto in sol che in questo caso viene usato non tanto come strumento musicale quanto come corpo di risonanza per la voce. La voce viene modificata attraverso il movimento delle dita sulle chiavi dello strumento. Come risultato finale i due suoni del flauto in sol e del violoncello non sono più individuabili come tali. I particolari riprodotti sono come dati sui monitors. Foto Roberto Bruzzo
Anno opera: 1976
Tipologia immagine: performance
- Two & Two
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Two & Two
Autore: Kubisch Christina
Autore: Plessi Fabrizio
Fotografo: Bruzzo Roberto
Didascalia: Il parte, Aria, per fisarmonica, tubo di metallo e maschera antipolvere. Kubisch indossa una maschera antipolvere in cui è infilato un tubo di metallo. Il suono del suo respiro nel tubo viene amplificato dal tubo stesso e da microfoni. Plessi comincia con l´aprire e il chiudere il mantice della fisarmonica senza suonarla secondo il ritmo del suo respiro (nell´insieme la struttura è quella di due cicli che si incrociano), poi di colpo comincia a suonare un suono lungo molto basso e molto ricco di armonici. Di colpo tutti e due si arrestano.
Anno opera: 1976
Tipologia immagine: performance
- Two & Two
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Two & Two
Autore: Kubisch Christina
Autore: Plessi Fabrizio
Fotografo: Cattaneo Enrico
Didascalia: lll parte, Fuoco, per voce, flauto a coulisse, ventilatore, microfono a contatto. Kubisch suona un flauto a coulisse che produce glissandi lunghissimi, come una sirena. Il suono prodotto è un cerchio continuo ottenuto attraverso una respirazione circolare per cui non esiste interruzione tra inspirare e espirare. Plessi comanda un ventilatore modello 1930 che vibra molto. Con la mano tiene un microfono a contatto contro la base del ventilatore. Le vibrazioni, riprese e amplificate producono glissandi che si incrociano con quelli del flauto e della voce. Foto Enrico Cattaneo.
Anno opera: 1976
Tipologia immagine: performance
- Two & Two
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Two & Two
Autore: Kubisch Christina
Autore: Plessi Fabrizio
Fotografo: Cattaneo Enrico
Didascalia: IV parte, Acqua, per getto d´acqua, metronomi elettronici, steeldrum Plessi suona con un getto d´acqua uno steeldrum (nella foto particolare dello strumento che è una specie di tamburo metallico sudamericano). Con il getto d´acqua riesce a creare delle accumulazioni melodiose. Kubisch usa un metronomo elettronico regolato al massimo della velocità in modo che i battiti non siano quasi più udibili separatamente. Awicinandolo e allontanandolo continuamente dal microfono crea livelli dinamici diversi e un tipo speciale di percussione elettronica. Foto a sinistra di Roberto Bruzzo. Foto a destra di Enrico Cattaneo.
Anno opera: 1976
Tipologia immagine: performance
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