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   Typology: advertising
   Brand: EXPO arte 2

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   Brand: Arte Verso

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   Brand: Centrale Arte Contemporanea

   Typology: advertising
   Brand: Dutch Art Fair ´77

   Typology: advertising
   Brand: Studio La Città

   Typology: advertising
   Brand: Studio Marconi

   Typology: advertising
   Brand: Galleria d´arte Spriano

   Typology: advertising
   Brand: Galleria Peccolo

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   Brand: Galeria Vandrēs

   Typology: advertising
   Brand: Studio Franca Pisani

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   Brand: Libreria Multhipla

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   Brand: Luigi Deambrogi / Piero Cavellini

   Typology: advertising
   Brand: Galleria Morone 6

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   Brand: Renzo Spagnoli

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   Brand: Galleria Delcentro

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   Brand: Mario Pieroni

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   Brand: Panzironi Art Transport

Cesto di frutta

Cesto di frutta
   Author: Merisi Michelangelo
   Caption: Caravaggio << Cesto di Frutta >> Inventario 151 Pinacoteca Ambrosiana
   Image typology: painting

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   Brand: Studio International

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   Brand: Galleria del Naviglio

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   Brand: Gastaldelli Arte Contemporanea

   Typology: advertising
   Brand: Salone Annunciata

   Photographer: Colombo Giorgio
   Subject: Figurazione
   Year of the work: 1960
   Image typology: photography

   Typology: advertising
   Brand: Arte Fiera 77

Attaccapanni

Attaccapanni
   Typology: advertising
   Brand: Framart Studio
   Author: Fabro Luciano
   Image typology: graphics

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Sauss. urrato

Sauss. urrato

   Author: Simonetti Gianni Emilio
   Photographer: Frea
   Caption: Gianni Emilio Simonetti, << Sauss. urrato>>, 1964, cm. 50 x 70, tecnica mista su cartone. L´opera fa parte di una serie di 17 partiture musicali chiamata Musita (musica muta) preparate tra il 1963 e il 1966. L´esecuzione musicale del pezzo richiede l´uso di due dadi che determinano i percorsi di lettura. Come partitura musicale infatti la lettura diacronica obbliga ad una scansione temporale che si realizza con il lancio di una coppia di dadi.
   Year of the work: 1964
   Image typology: mixed arts

Like a (s)culture

Like a (s)culture

   Author: Simonetti Gianni Emilio
   Caption: Gianni Emilio Simonetti, Like a (s)culture, 1967, carta, base cm. 200 x 20. Queste sculture in carta sono parte di una serie di sculture sull´effimero. In un´altra della serie realizzata nel 1967 per l´ICA di Londra in occasione della mostra Omaggio ad Apollinaire, l´artista aveva realizzato come materia il sale. Il busto di Apollinaire in sale rosa, esposta nei giardini dell´ICA si è squagliato nel giro di una settimana.
   Year of the work: 1967
   Image typology: sculpture

I´m here

I´m here

   Author: Simonetti Gianni Emilio
   Caption: Gianni Emilio Simonetti, ‘I’m here’, 21 marzo 1968, ricamo su stoffa. La scultura, di cui si vede una parte riprodotta nella foto, è formata da cinque pezzi di 130 centimetri l’uno. Gli altri quattro pezzi portavano la scritta ‘up to here’ e furono spediti ad altrettante persone in Finlandia, Sud Africa, Cecoslovacchia e Canada. Il primo giorno di primavera del 1968, queste persone, secondo le istruzioni date, appendevano il loro pezzo di opera sul muro di casa. Il congiungimento dei due assi corrispondenti ai quattro paesi era l’aeroporto di Linate dove appunto e stata fotografata la parte centrale della scultura. Date le differenze in fusi orari la scultura reale è durata solo qualche minuto.
   Year of the work: 1968
   Image typology: sculpture

Senza titolo

Senza titolo

   Author: Simonetti Gianni Emilio
   Photographer: Colombo Giorgio
   Caption: Gianni Emilio Simonetti, << Senza titolo >>, 1975. tecnica mista. La scritta sotto il busto di donna legge: << Il bolscevismo non è che la continuazione del capitalismo con altri mezzi >>. Si tratta di uno degli slogans meno conosciuti del maggio francese. L´opera è formata da 3 immagini correlate da un senso privato all´artista e da una frase apparentemente provocatoria. Giorgio Colombo.
   Year of the work: 1975
   Image typology: mixed arts

Il proclama di Konovalov

Il proclama di Konovalov

   Author: Simonetti Gianni Emilio
   Photographer: Simion Fabio Emilio
   Caption: Gianni Emilio Simonetti, << Il proclama di Konovalov >>, 1975, riporto fotografico su tela. Inizio del proclama di Konovalov, dell´ala moderata del partito socialista dei lavoratori, che dice: << Il governo provvisorio domanda a tutte le classi di sostenere il governo... >>. L´irruzione dei Bolscevichi nell´aula dell´assemblea interruppe la stesura dell´intervento di Konovalov che gettò via il foglio di carta su cui stava scrivendo. Questo venne successivamente raccolto da John Reed, giornalista americano presente il giorno dell´assemblea, che lo pubblicò in seguito nel suo libro << I dieci giorni che sconvolsero il mondo >>.
   Year of the work: 1975
   Image typology: photography

Senza titolo

Senza titolo

   Author: Simonetti Gianni Emilio
   Photographer: Colombo Giorgio
   Caption: Gianni Emilio Simonetti, ‘Senza titolo’, 1966, riporto fotografico su tela. Le foto che compongono l’opera sono state trovate dall’ artista 15 anni fa nello scompartimento di un treno mentre viaggiava da Ancona a Pescara. Montate in questa successione rappresentano la metafora visiva o l’ << aura >> del racconto kafkiano << Un padre di famiglia >>.
   Year of the work: 1966
   Image typology: photography

   Author: Simonetti Gianni Emilio
   Photographer: Simion Fabio Emilio
   Subject: Galleria
   Caption: Gianni Emilio Simonetti, 1973, riporto fotografico su tela, esposto alla Galleria Multhipla di Milano. La traduzione italiana del fumetto legge: ‘Quando una società sopprime l’avventura fa si che l’unica avventura sia la soppressione della società. I cinque pezzi uguali e ripetuti servono ad accelerare la scansione dell’immagine. Sono parte di una serie di fumetti il cui tema sono le verità evidenti, nel senso — avverte l’artista — in cui con molto sarcasmo, nella prefazione alla ‘Fenomenologia dello spirito’ Hegel avvertiva i suoi contemporanei che << il noto ci è sconosciuto grazie alla sua notorietà >>. Simion.
   Year of the work: 1973
   Image typology: mixed arts

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Roden crater

Roden crater

   Author: Turrell James
   Caption: Due vedute aeree di Roden crater, il vulcano spento nel Deserto Dipinto dell’Arizona scelto da Turrell per realizzare il suo progetto. Turrell cercava un luogo alto da 300 a 500 metri sul terreno circostante, in una regione che avesse 300 giorni sereni all’anno. Dopo aver ricevuto nel 1973 una borsa dal Guggenheim ha cominciato le ricerche e finanziato l’inizio dei lavori. Attraverso una camera circolare, tipo Kiva, situata sotto il cratere del vulcano, si accede al cratere stesso che verrà modellato in modo che il cielo diventi sopra la testa una cupola emisferica che continua e chiude la forma del terreno, una cupola che la notte si dilata e diventa sferica, risucchiata dall´oscurità.
   Image typology: mixed arts

Ambiente nella collezione Giuseppe Panza di Biumo

Ambiente nella collezione Giuseppe Panza di Biumo

   Author: Turrell James
   Photographer: Sinigaglia Gian
   Caption: Iim Turrell, 1976, ambiente nella collezione Giuseppe Panza di Biumo, Varese, cm. 400 x 400 x 700. Veduta del soffitto dell’ambiente costruito da Iim Turrell per Giuseppe Panza di Biumo nella sua villa a Varese. Il soffitto ha una apertura quadrata sul cielo. Muri, soffitto e pavimento sono dipinti di bianco. Alla base dei muri, in una incavatura, è nascosto un filo di luce al neon bianca che rende uniforme la luminosità dell’ambiente. Tutti i pezzi recenti di Turrell hanno a che fare col cielo. Tutti i pezzi precedenti, dalla mostra del 1967 al Pasadena Art Museum alla mostra del 1976 allo Stedelijk Museum di Amsterdam (nel frattempo Turrell si é limitato ad esporre tre pezzi nel suo studio a Los Angeles), hanno a che fare con la luce, artificiale o artificiale e del giorno insieme. Gian Sinigaglia.
   Year of the work: 1976
   Image typology: mixed arts

Sezione e pianta di una kiva con la scala di accesso

Sezione e pianta di una kiva con la scala di accesso

   Author: n.d
   Caption: Sezione e pianta di una kiva con la scala di accesso, Mesa Verde, Colorado, Usa. Kiva e il nome Hopi indiano per speciali strutture sotterranee usate per cerimonie e riunioni religiose. Circa 25 villaggi, distribuiti in due gruppi nelle regioni semidesertiche dell’Arizona e del New Mexico, costituiscono i resti di un raggruppamento di popolazioni agricole (chiamate dai coloni spagnoli con il termine Pueblos) che ha avuto il periodo di massimo sviluppo intorno al tredicesimo secolo. Tra questi gli Hopi appartengono al raggruppamento occidentale. Gli antichi villaggi Pueblos erano raccolti intorno a spiazzi centrali dove sorgevano le kivas. Nelle cerimonie che vi si svolgevano il legame tra mito e struttura architettonica poteva cogliersi in modo diretto. Secondo la tradizione il dio creatore Iatiku, dopo aver insegnato agli uomini a costruire il primo villaggio, fa erigere loro un altare intorno al quale gli spiriti Katchina si dispongono ritualmente ai quattro punti cardinali. Solo come atto finale della sua rivelazione egli insegna a costruire intorno all´altare la kiva, il luogo sacro che serve ai Katchina per riposarsi durante le loro visite agli uomini. Cosi gli elementi architettonici della kiva richiamano il mondo celeste degli spiriti a contatto con il mondo terreno. La copertura è la Via Lattea, la scala di accesso rappresenta l’arcobaleno, il rialzo che corre lungo la parete e il sedile di nebbia su cui siedono i Katchina. Turrell nel suo pezzo si serve di una struttura architettonica tipica del suo environment per salire nel cratere del vulcano. Cosi anche la kiva moderna di Turrell è l’accesso al ciclo. Courtesy Archivio Electa.
   Image typology: graphics

Roden Crater

Roden Crater

   Author: Turrell James
   Caption: Per arrivare al cratere ci sono circa quattro chilometri da fare a piedi. La partenza avviene da una casa che Turrell sta costruendo ai piedi del vulcano e che sarà una specie di luogo di ristoro per i visitatori. Turrell vorrebbe che i visitatori dormissero sul posto almeno una notte e che non fossero mai più di due o tre persone per volta.
   Image typology: mixed arts

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il Giardino Nero

il Giardino Nero
   Author: Poirier Patrick
   Author: Poirier Anne
   Photographer: Cattaneo Enrico
   Caption: Anne e Patrick Poirier, Il Giardino Nero, 1976. La foto riproduce un particolare della sala allestita nella Galleria di Massimo Valsecchi, parte di un progetto molto vasto che ultimato comprenderà una serie di cinque sale allestite nel corso di mostre diverse e che nel loro insieme saranno visibili a Parigi al Centre Georges Pompidou nel settembre di quest´anno. Punto di partenza del progetto degli artisti francesi è stata una visita alla Domus Aurea, antico palazzo neroniano a Roma, ricoperto in parte di terra, in parte distrutto e in parte crollato. Attualmente la Domus Aurea non offre altro spettacolo che quello di una serie di sale comunicanti, annerite e intrise di umidità, separate solo da lunghi corridoi con soffitto a volta. Gli artisti hanno identificato questo mondo sotterraneo con la figura mentale di un inconscio collettivo, dove possono riaffiorare immagini mitiche da tempo dimenticate. I Poirier ripropongono dunque allo spettatore un percorso immaginario che si articolerà in una serie di sale. Parallelamente stanno scrivendo un libro, che descrive tutto quanto si può incontrare nelle sale. I due aspetti del lavoro sono strettamente connessi e indispensabili sia alla realizzazione che alla percezione finale del lavoro. Il procedimento seguito - precisano gli artisti - non è scrivere una storia e poi illustrarla con delle immagini, ma invece scrivere una parola, che crea un´immagine, che richiama una idea, che a sua volta crea un´altra immagine. Attraverso la prima sala, in cui sono state collocate in maniera volutamente caotica frammenti di sculture, si passerà a quella delle pitture nere, disposte secondo un ordine rigoroso su quattro pannelli i cui titoli e descrizioni sono dati in quattro piccoli libri neri che si trovano anche nella sala. La terza, riservata alla biblioteca, avrà i muri ricoperti da grandi libri neri dalle pagine aperte scritte in caratteri dorati. La sala delle architetture ospiterà i grandi progetti neri ricostruiti dagli artisti su modello di architetture e paesaggi già descritti nel << Viaggio nell´antico continente >>, un capitolo che ritorna in ogni volume della biblioteca. Dalla sala della musica usciranno flebili accordi che gradualmente aumentano di volume fino a diventare intollerabili. Infine il Giardino Nero, allestito a Milano da Massimo Valsecchi. Sulle pareti della galleria sono state appese le fotografie di ciò che è rimasto dopo la distruzione della Domus Aurea: fiori e foglie secche, frammenti di terra bruciata, arbusti ecc., raccolti successivamente in delicati erbari, con copertine nere e scritte dorate.
   Year of the work: 1976
   Image typology: photography